Le opere realizzate
L’elenco è lungo, a comprova dell’impegno dimostrato da questa Pro; manutenzione dei sentieri di montagna, con l’aggiunta di altri: interventi utilissimi, poiché facilitavano l’accesso ai rustici esistenti e ne favorivano la costruzione di nuovi. Si provvedeva anche a togliere i rami di alberi caduti durante i temporali nell’alveo dei torrenti, evitando cosi pericolose ostruzioni. Vennero ripuliti parecchi scorpori (sono appezzamenti di terreni di non grandi dimensioni) in cui si procedette a piantagioni di arbusti e fiori. Se ne trovano in diversi luoghi: uno vicino al porto di Mappo, un secondo alla foce del riale Remorino, un terzo presso la cosiddetta “Casa Colomba” e altri anche nella frazione Mondacce.
Pure restaurate alcune cappelle tra cui una assai graziosa risalente al Settecento, situata accanto al sentiero che conduce alla valletta del “Picon”: ne diciamo più avanti. Infine, si posarono parecchie panchine a Rivapiana, lungo la strada che costeggia il lago e in alcuni sentieri della collina. Il primo percorso, realizzato dalla Pro nei primi anni del ’60, era il collegamento San Bernardo — Monte Cordonico, attuato dall’impresa Rusconi, dove già il figlio Ambròs (divenuto in seguito pure lui impresario, e nominato membro di comitato) aiutava di sabato il padre.
Nel 1967 è stato attuato Chiodo — Cordonico, poi nel 1984 è venuto il momento di Giorledo — Sass di Spriig, divenuto poi ciclopista. Da notare che tutti i percorsi tra Minusio e Cardada, realizzati dalla Pro, sono oggi integrati nella rete cantonale dei sentieri e la loro manutenzione è affidata all’Ente Turistico Lago Maggiore.
Nel 2003 sono stati sostituiti due importanti ponti sul sentiero che dalla Val Resa conduce ai monti Cordonico e Baffi; opere finanziate dalla Pro, dal Comune di Minusio e dalla Pro Cordonico assieme, per un importo di franchi 2S’000. Il primo è un ponte in acciaio zincato, lungo 13 metri e costruito dalle Officine Ghidoni, fino al ’73 con sede a Minusio; il secondo, qui riprodotto, è stato realizzato dall’Azienda forestale di Avegno usando legno di castagno; essa ha pure provveduto a rifare le fondazioni e a posare entrambi i manufatti.
La ciclopista
Il progetto fu allestito sotto la guida dell’allora presidente Luigino Pedroia: 25 chilometri e 1200 metri di dislivello. Questo è il profilo altimetrico che da Minusio vi conduce a Cardada per poi immettervi sulla ciclopista, che vi riporta attraverso la Val Resa a Minusio. Per i meno allenati è possibile arrivare a Monte Brè tramite la funivia, da qui la salita continua su una strada asfaltata fino quasi a Vegnasca a quota 1500. Sulla vostra destra scorgerete il primo cartello della ciclopista per rampichini, attuata nell’anno 2000 dalla Pro Minusio.
Oltre a trovare 220’000 franchi presso diversi enti locali e pubblici, ci son volute 65 riunioni per ottenere il consenso di tutti i proprietari per l’attraversamento dei diversi terreni privati e quindi riuscire ad abbozzare il percorso. Tornando al tracciato, si tratta di una mulattiera larga circa un metro accessibile anche ai meno abili in “mountain bike”. Per arrivare all’alpe di Cardada il percorso è relativamente pianeggiante, ed in parte condiviso con i pedoni, ai quali deve sempre esser concessa la precedenza ed il rispetto.
Un gentile saluto è sempre una buona carta da visita per i ciclisti, e giova all’immagine di quelli che talvolta vengono erroneamente considerati degli spericolati. Alla Capanna “Lo Stallone”, dopo un buon rifornimento a base di una varietà di polenta gratinata, inizia la discesa in un bellissimo faggeto. Il primo tornante, al Sass da Sprùg vi riporta in direzione di Locamo; per arrivare sopra Giorledo c’è un sentiero che si è dovuto creare dal niente. Il tratto precedente è stato invece ricuperato da un sentiero in disuso (vedi cap. 7), in effetti vi si possono ancora scorgere i vecchi taglia- acqua in pietra, non sempre apprezzati dai ciclisti a causa del rischio di foratura.
Si raccomanda di seguire strettamente le segnaletiche per non infilare gli altri sentieri pedestri diffìcilmente percorribili in bicicletta. L’ultima tratta è stata pure scavata nella montagna, presenta curve un po’ tecniche dove i più abili possono esprimere le loro capacità di equilibrista. Al termine della parte sterrata, dove finisce la ciclopista, vi ritroverete in cima alla Val Resa, qui la strada asfaltata vi riporta a Brione s/M e quindi si rientra a Minusio.
I ciclisti più esigenti la percorrono anche in salita, a tale proposito ricordo il tempo di circa 40 minuti che occorre per portarsi dalla Val Resa fino all’Alpe di Cardada, ma non scoraggiatevi, scegliete il rapporto più corto ed iniziate a percorrere i primi tornanti che hanno un sapore di Tremola.